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PRESENZE MUSICALI A TIVOLI: OMAGGIO DI GIOVANI MUSICISTI TIBURTINI A LISZT E AL SUO ALLIEVO SGAMBATI
23 Aprile 2017 h 11:15 - 13:00
“Il Maestro adorava la Villa e vi passava lunghe ore in perfetta solitudine, passeggiando e meditando specie di prima mattina o al tramonto, dopo aver lavorato nel suo studio cenobitico o pregato nella cappelletta del Palazzo. Riceveva ogni tanto qualche visita da Roma e talora ospitava un po’ di giorni gli allievi più bisognosi ai quali dava lezioni gratuitamente. La sera usciva non di rado, recandosi a far visita presso alcune delle migliori famiglie di Tivoli,…” (Filippo Guglielmi: “Ricordi su Liszt” – pubblicati a cura di Gino Tani e Vincenzo Pacifici)
“A Roma un uomo assai intelligente, Tullio Ramacciotti,… incominciò verso il 1859 a dare dei concerti di musica da camera. Ad uno di questi Liszt, giunto da poco in Roma, incontrò Giovanni Sgambati che in quel giorno suonava il Septuor di Hummel. … A Liszt piacque subito la maestria del giovine pianista, lo invitò a casa sua e da allora in poi si strinsero fra maestro ed allievo quegli indissolubili vincoli di affetto che durarono poi per sempre.” (Angelini Giustiniani: articolo per la scomparsa di Liszt in La Rassegna Italiana-15 settembre 1886)
“Il giovane compositore romano, per la natura del suo nobilissimo ingegno, è da mettere coi classici, e certo oggi in Italia, nella composizione della musica strumentale sinfonica e da camera, non è superato da altri. …è molto originale nello stile, profondo armonizzatore, e tutt’altro che mancante di fantasia, d’invenzione.” (Filippi: nel quotidiano La Perseveranza – Milano 21-3-1881)
“Roma 8 novembre 1893 – Ill.mo Sig. Comm. Maestro,…. Piuttosto a Tivoli vorrei fare accordare il piccolo Erard che trovasi nella camera mia a Villa d’Este. La pregherei d’indicarmi chi vi si potrebbe mandare. Perdoni queste seccature e gradisca l’espressione della più alta stima con la quale mi confermo aff.mo servo Cardinal Hohenlohe.
Roma 10 novembre 1893 – … Mi ha fatto sapere l’Avv. De Bosis che Lei gentilmente manderà domani mattina l’accordatore a Tivoli e io gli darò £20. Ora penso che lunedì o martedì ci sarà la gita di S. A. la Granduchessa a Tivoli e spero che anche Lei favorirà e se crede di condurvi quel violinista se è bravo o qualchedun altro sarò contento. Oggi resto ancora a Roma domani procederò per Tivoli. [saluti]” (dalla corrispondenza tra il Card. Hohenlohe e G.Sgambati, a testimonianza della frequentazione di Tivoli da parte di Sgambati anche dopo la morte di Liszt)
CONCERTO
Giovanni Sgambati (1841-1914)
Gondoliera op.29
Due pezzi per violino e pianoforte op.24
– Andante cantabile
– Serenata napoletana
Franz Liszt (1811-1886)
Élégie n. 2 S.131
Epithalam zu Eduard Reményis Vermählungsfeier S.129
(Epitalàmio per la festa di nozze di Eduard Reményi)
La lugubre gondola S.134 bis
Funérailles (per pianoforte solo)
n.7 da “Harmonies poétiques et religieuses” S. 173
George Philipp Telemann (1681-1767)
Fantasia n.2 in Sol magg. per violino solo TWV 40:14
Largo – Allegro – Allegro
Charles Auguste de Bériot (1802-1870)
Scène de ballet op. 100
Davide Facchini – Violino
Cecilia Facchini – Pianoforte
Questo concerto del 23 aprile costituisce per noi l’ormai tradizionale “supplemento” alla rassegna in prossimità della Pasqua, che vuole quest’anno sottolineare l’importanza della musica a Tivoli, rievocando anzitutto la presenza di grandi musicisti del passato quali furono Franz Liszt – dalla cui permanenza nella Villa d’Este derivano il nome e la ragione stessa della nostra rassegna concertistica – e Giovanni Sgambati, senza meno il più importante dei suoi allievi italiani ed uno dei più importanti in assoluto, il quale fu comunque amico e ospite del Cardinal Hohenlohe nella Villa anche indipendentemente e dopo la scomparsa del suo grande maestro. Nel far questo intendiamo inoltre avvalerci di due attuali rappresentanti della musica a Tivoli, una giovane pianista e un giovanissimo violinista: i fratelli Cecilia e Davide Facchini. Da tutto ciò deriva il titolo del concerto: “Presenze musicali a Tivoli: omaggio di giovani musicisti tiburtini a Liszt e al suo allievo Sgambati”.
Cominciamo con la fascinosa Gondoliera op.29, uno dei rari brani originali per violino e pianoforte di Sgambati: la data di composizione non è identificabile ma è sicuramente da posizionare negli anni 90 dell’800, dato che la pubblicazione dell’ed. Schott è del 1902 e i successivi Due pezzi per violino e pianoforte op.24 sono datati ottobre 1890; questi ultimi hanno anche la dedica a Tito Monachesi, il primo violino del quartetto d’archi che, con Giovanni Sgambati al pianoforte, formava il famoso quintetto fondato nel 1881 e che dal 1893 poté fregiarsi ufficialmente del titolo di “Quintetto della Corte di Sua Maestà la Regina” (Margherita). Tre brani, questi, oggi assai rari da ascoltare ma che a suo tempo furono talmente famosi, eseguiti ed apprezzati, che diversi altri musicisti ne fecero trascrizioni per il proprio strumento: ad esempio l’olandese Anton Bouman e il tedesco Hugo Becker, celebri violoncellisti dell’epoca, ne trassero le versioni per violoncello e pianoforte che abbiamo già programmato per le celebrazioni del centenario di Sgambati due anni or sono.
L’Elegie n.2 di Liszt è la versione per violino e pianoforte dell’omonima composizione per solo pianoforte del 1877, un brano che, come suggerisce il titolo stesso, risente dell’umore malinconico di quel periodo: la scomparsa, nell’anno precedente, di Marie d’Agoult, sua antica amante e madre dei suoi figli, seguita a breve da quella dell’amica George Sand, cui si aggiunge un clima conflittuale con Carolyne, gli fanno avvertire il peso degli anni e lo rendono di umore tetro. Contrasta fortemente il carattere del brano seguente originale per violino e pianoforte: l’Epitalamio scritto nel 1872 espressamente per le nozze dell’amico Eduard Reményi, il violinista ungherese che in giovane età girava la Germania, con il giovanissimo Brahms al pianoforte, eseguendo quelle danze ungheresi che anni più tardi ispirarono a Brahms le sue famose “Danze Ungheresi” per pianoforte a quattro mani. Quanto al brano successivo, sembra sia stata proprio la visione a Venezia – durante l’ultimo soggiorno in quella città con la figlia Cosima e il genero Wagner, alla fine del 1882 – di un corteo funebre che navigava verso il cimitero dell’isola di S.Giorgio a suggerire la composizione de La lugubre gondola: concepita originariamente per pianoforte, non solo ebbe due versioni ma della seconda anche due trascrizioni, per violoncello e pianoforte e poi per violino e pianoforte, ad opera dello stesso Liszt. Poche settimane dopo, il 14 febbraio 1883, Liszt ricevette a Budapest la notizia della morte improvvisa di Wagner a Venezia: si era trattato quindi di un inconscio presagio? Il brano ha tutto il grande e misterioso fascino delle composizioni dell’ultimo Liszt, le quali sembrano anticipare di almeno due o tre decenni l’espressionismo in musica. Apparentemente in sintonia col precedente brano, Funerailles, inserito nella pubblicazione definitiva delle “Harmonies poétiques et religieuses” del 1853, ha piuttosto un carattere eroico. Il sottotitolo “Ottobre 1849” induce a pensare che sia un omaggio all’amico Chopin scomparso il 17 di quel mese – e non è da escludere che anche lo sia, essendo molteplici e concatenati gli stimoli che ispirano un artista – tuttavia è lo stesso Liszt ad affermare che il brano è ispirato alla morte di alcuni eroi irredentisti dei moti rivoluzionari del 1848 in Ungheria, l’ultimo dei quali fu giustiziato proprio nell’ottobre del ’49.
Il concerto termina con due autori che esulano dall’intento dichiarato nel titolo. Abbiamo prima la Fantasia in Sol maggiore di Telemann, facente parte di un nutrito gruppo di composizioni per vari strumenti solisti (senza neppure il basso continuo) che costituiscono il 40° volume dello sterminato catalogo del compositore tedesco pressoché contemporaneo ed amico di J.S.Bach: essa ci consente di ascoltare da solo – come prima è avvenuto per la sorella Cecilia al pianoforte – il giovanissimo Davide Facchini, che tra l’altro è stato il vincitore per la categoria violinisti del Concorso “Giovani in crescendo” (Pesaro, novembre 2015), nella stessa edizione in cui per la categoria pianisti ha vinto il giovanissimo Matteo Pomposelli, protagonista nella rassegna dello scorso anno del supplemento intitolato “Le petit Litz” del 22 maggio 2016.
Chiudiamo infine con un pezzo virtuosistico per violino e pianoforte di Charles de Bériot, violinista e compositore belga famoso all’epoca e oggi ricordato solo per alcuni brani tra cui spicca questo Scène de ballet op.100, dall’ascolto piacevolissimo e assai adatto a chiudere il concerto in bellezza e vivacità.
Giancarlo Tammaro
Cecilia Facchini ha compiuto gli studi presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Verdi” di Ravenna, dove si è laureata con il massimo dei voti summa cum laude sotto la guida di Alessandra Ammara, con la quale studia tuttora, e dove ha vinto la borsa di studio riservata ai migliori laureati. Ha seguito corsi di perfezionamento con Roberto Prosseda, Paul Badura-Skoda, Lilya Zilberstein, Boris Berman, Leonid Margarius, Claudio Martinez-Mehner e Jeffrey Swann.
Distintasi in diversi concorsi nazionali e internazionali, ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale Mozart di Torino, con presidente di giuria il maestro Marcello Abbado.
Si è esibita, come solista e in formazioni da camera, in molteplici sale da concerto e per diverse istituzioni, quali l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, il Teatro La Fenice di Venezia (Sale Apollinee), il Teatro Alighieri e il Teatro Rasi di Ravenna, il Festival Pianistico Internazionale “Liszt & friends” di Roma (Sagrestia del Borromini), l’Università Cattolica di Roma, la Settimana Mozartiana di Chieti e la Villa d’Este di Tivoli.
Ha suonato più volte da solista con varie orchestre: l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, con la quale ha debuttato nel 2012; l’Orchestra Classica di Alessandria; l’Orchestra Corelli e l’Orchestra Verdi di Ravenna.
Ha registrato due puntate con musiche di Chopin e Debussy per il programma di Sky Classica “Dentro la musica”, inserito nel genere “Notevoli”.
Davide Facchini ha iniziato lo studio del violino all’età di otto anni con Giovanna Lattanzi e attualmente frequenta il Liceo Musicale “Farnesina” di Roma, dove studia con Valeria Profeta Romano. Ha seguito varie masterclass: con Pasquale Pellegrino, Gilles Apap, Mariana Sirbu e Carlo Maria Parazzoli, con il quale continua i suoi studi.
Si è distinto in diversi concorsi nazionali e internazionali e ha vinto il Premio del Rotary Club di Teramo, il Primo Premio Assoluto al Concorso “Mennella” di Ischia, al Concorso “Città di Tarquinia”, al Concorso “Giovani Musici” di Roma e al Concorso “Giovani in Crescendo” di Pesaro.
Ha suonato da solista in importanti sedi, quali l’Aula Magna dell’Università la Sapienza di Roma e il Teatro Rossini di Pesaro, dove nel 2015 ha debuttato con l’Orchestra Sinfonica Rossini suonando il terzo concerto per violino di Mozart. Si è inoltre esibito da solista con la JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia presso la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica in Roma.
Fa parte dei primi violini della stessa JuniOrchestra, con la quale ha suonato al Parco della Musica, a Palazzo Montecitorio presso la Camera dei Deputati, a Sermoneta nell’ambito del Festival Pontino e per il Tivoli Festival.
I concerti si terranno nella Sala del Trono della Villa d’Este – p.za Trento, 5 – Tivoli (Roma)
L’ingresso ai concerti è del tutto gratuito e consentito, solo fino ad esaurimento dei posti in sala, previo ritiro di un tagliando distribuito il giorno stesso all’ ingresso della Villa da mezz’ ora prima del concerto.
Se si intende visitare la Villa, la visita rimane invece a pagamento secondo le tariffe vigenti: è gratuita la prima domenica di ogni mese.